Vittorio Sgarbi
Premio d'onore per la Critica d'Arte
Fin dalle sue prime apparizioni in Tv, sugli esordi degli anni Novanta, quando macchinalmente si ravviava i capelli illustrando tele di Caravaggio agli attoniti spettatori del Maurizio Costanzo Show, fra i velluti romani del Teatro Parioli, capimmo l’esistenza impudica e oltraggiosa del genio.
Fin da subito attanagliò la nostra attenzione, costringendoci ad ammettere la sua potenza ipertrofica esorbitante e ci trovammo smarriti. Nell’arida erta del tempo tecnocratico e massmediatico televisivo, avevamo anche noi il nostro d’Annunzio dalla callida iunctura e dalle carnali retoriche, avevamo anche noi il nostro Roberto Longhi dalla perfetta padronanza estetica e il nostro Gide più terrestre, e il nostro più immoralista e nicciano Camus che per modi wagneriani e mostruosi, nel senso più latino della parola, avviluppava in sé veemenze oratorie misconosciute, immensa vitalità e tremenda voglia di esserci insieme alla consapevolezza hegeliana dell’estetica quale raffinata categoria dello spirito e alla cognizione della sapienza come di una ciceroniana conquista della dedizione. Più volte parlamentare, politico dalle inclinazioni plurime, opinionista leader e maître à penser di espressionistica elargizione dialettica, scrittore, giornalista, personaggio televisivo ipnotico e umorale flâneur postmoderno, Vittorio Sgarbi è per noi soprattutto un filosofo umanista enciclopedico nel senso più diderotiano e un critico e uno storico dell’arte instancabile: liberale e coraggioso stroncatore di ogni bruttezza e nemico di qualunque suo più o meno colpevole procacciatore, è un vero esteta baudelairiano, custode del bello in senso sacro e quindi di ogni nostro comune più prezioso patrimonio nazionale, regionale, comunale, a costo di denunce, di condanne e di piccoli o grandi sacrifici tutti personali. È autore di decine di saggi storico-artistici e di libri ormai fondamentali nella nostra cultura contemporanea, come Davanti all’immagine. Artisti, quadri, libri, polemiche, come Lezioni private, come Un paese sfigurato. Viaggio attraverso gli scempi d’Italia, o come Gli anni delle meraviglie. Da Piero Della Francesca a Pontormo, fino al recente Dall’ombra alla luce. Da Caravaggio a Tiepolo: solo per citare i più noti. “Io non soffro di manie di superiorità”, ha detto di sé con una frase ormai tanto celebre quanto discussa, “Io sono realmente superiore” ha confessato. Ma non è forse vero? Siamo, noi uomini, davvero tutti uguali?
Per la sua importanza internazionale, per la sua opera, per il suo genio, la Commissione ha scelto di attribuire a Vittorio Sgarbi il Premio d’Onore per la Critica d’arte di questa XXXXII edizione del Premio Casentino.